Ho svolto indagini approfondite riguardanti il bombardamento aereo subito da San Severo la sera del 10 febbraio 1941 e ne faccio partecipi i lettori perché si sappia la verità su quel tragico evento. Il dr. Umberto Salvatore Di Capua, nostro concittadino, residente da anni a Francavilla al Mare, ci ha scritto affermando che l’aereo era di nazionalità francese e che in quella occasione Carluccio Russi, fornaio, detto “Bacchettone”, fu insignito di medaglia d’argento al valore militare o civile per aver collaborato al ripristino dell’ordine nella stazione ferroviaria quella famosa sera.
In merito alla prima affermazione, voglio precisare che l’aereo non poteva essere francese, dato che la Francia era sotto l’occupazione tedesca; non poteva essere americano perché gli USA non ancora erano scesi in guerra contro di noi; non poteva essere inglese perché la loro base più vicina era Malta ed un aereo ad un solo motore e non poteva avere autonomia di volo per venire da noi, produrre danni e poi tornare alla base. Le stesse relazioni delle autorità civiche e di P.S. parlano genericamente di “aereo nemico”. Per quel che riguarda poi la medaglia d’argento conferita a Carlo Russi, la figlia Rossella, che al tempo dell’incursione aveva 10 anni, ha affermato di ricordare che quella sera gli amici del quartiere si rivolgevano a suo padre e gli chiedevano: «Mbà Carlù, ce fa scegne abbasce alla cantine?». A queste richieste il fornaio accondiscendeva volentieri. Era un uomo molto altruista e generoso. Una volta salvò da sicuro annegamento un giovane maldestro vigile del fuoco ed in altra occasione non esitò a scendere in una cantina rischiando la propria vita per salvare due coniugi in fin di vita per le esalazioni del mosto in fermentazione. Probabilmente avrà ricevuto l’onorificenza per questi ed altri gesti di solidarietà fraterna e non per l’episodio della stazione. Infatti, il suo nome non risulta nella relazione della Pubblica Sicurezza redatta in data 11 febbraio 1941 che qui di seguito trascrivo: «Di seguito a precedente corrispondenza, comunico che nella nota incursione verificatasi il 10 corrente, sono andati distrutti complessivamente 30.000 litri di benzina e sono stati anche perforati da schegge o colpi di mitragliatrice, sei carri serbatoi carichi rispettivamente di 100 o 150 quintali di vino il cui contenuto è andato in gran parte perduto. In particolare sul sesto binario si trovava un treno merci in sosta di cui tre carri carichi di benzina situati al centro del treno furono colpiti in pieno da una bomba e presero fuoco. Il I° Capo Squadra della Milizia Ferroviaria Mundi Raffaele, Comandante il locale Comando stazione, al momento dell’incursione, si trovava in casa: uscito subito, fu uno dei primi ad accorrere alla stazione ferroviaria per l’opera di soccorso. Con ammirevole calma e prontezza di spirito, valendosi anche delle sue cognizioni tecniche, riunì quattro militi ferroviari dipendenti e, coadiuvati dal Tenente Riva Mario del 72° Battaglione Territoriale qui di stanza, da tre militari di truppa dello stesso reparto e da certo Moscatelli Augusto fu Ettore, abitante al Viale Stazione n. 106, sganciò e mise in salvo, spingendoli a braccia in direzione sud, altri 6 carri, carico ognuno di 10.000 litri di benzina che così, grazie alla prontezza dell’iniziativa, furono salvati. Mentre ancora durava l’operazione di salvataggio, a tali volenterosi si aggiunsero il Brigadiere di P.S. Monaco Michele e Lauriola Matteo, dipendenti da quest’Ufficio. Successivamente il Mundi, coadiuvato dagli altri, iniziò il salvataggio di altri 19 carri componenti il treno colpito che contenevano merci varie e furono spinti a braccia versi il lato Nord. Nel frattempo, giunsero alla stazione, cooperando ai vari servizi e dando tutti prova di calma prontezza e spirito di sacrificio, il Vice Federale Cav. Michele Di Lembo, il sottoscritto con altri agenti P.S. dipendenti, il Comandante di Compagnia della Stazione CC.RR. con tutti i militari disponibili, il Comandante di Compagnia R.G. di Finanza coi suoi militari, alcune guardie municipali col Comandante, alcune guardie municipali col Comandante, alcune guardie notturne col Comandante, il Potestà, benché sofferente, ed il Segretario Politico. A costoro si aggiunsero il Capo Stazione titolare Iannandrea Luigi, altri quattro ferrovieri della Garganica e tre cittadini, oltre ad un S. Tenente A.A. dello Scalo di San Nicola di Varano, di cui non si è potuto conoscere il nome. Di tutti costoro si sono maggiormente distinti per porre in salvo i carri minacciati dal fuoco, il Capitano della R.G. di Finanza Guido Testoni, che riportò anche una lieve contusione ad un ginocchio, il predetto Ufficiale A.A., il ferroviere Gosetti Rodolfo, certo Perrotti Mario e Brigantino Giovanni e infine, oltre al predetto 1° Capo Squadra Mundi. Il Brigadiere P.S. Monaco Michele e Lauriola Matteo. È anche da segnalare la prontezza con cui giunsero i Vigili del Fuoco di Foggia. In conclusione, mentre è degna di particolare rilievo l’opera del Mundi che primo riuscì ad evitare l’incendio probabile ed imminente dei sei carri di benzina (per un complesso di litri 60.000) che invece furono posti in salvo, tutti gli altri enti, Autorità, Comandi e privati che furono interessati alla cosa si comportarono egregiamente. Tanto comunico per quelle ulteriori determinazioni che saranno ritenute opportune. Avverto da ultimo che il Mundi è decorato d’una medaglia di bronzo al valor militare conseguita al Montello nel 1918, d’un attestato di pubblica benemerenza ottenuta a San Severo nel 1939, ed è padre di undici figli viventi ed a carico. San Severo, 11 febbraio 1941-XIX». (Sulla velina da me consultata non risulta né la firma né il grado dell’estensore della relazione, che saranno stati apposti senz’altro sull’originale).
a cura di Domenico Tota
articolo già pubblicato su La Gazzetta di San Severo, 16/02/2002